Vita e opere di un intellettuale del Novecento. Presentazione a cura di Paolo Gomarasca
Pier Luigi Zampetti (29/3/1927- 1/11/2003), docente di Filosofia del diritto a Milano, poi professore in Dottrina dello stato e preside della facoltà di Scienze politiche all’Università di Trieste e infine a Genova, fu membro del Consiglio Superiore della Magistratura e dell’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali. Uomo di profonda fede, ispirò pensiero e azione alla dottrina sociale della Chiesa
Il Professor Pier Luigi Zampetti è nato a Uboldo il 29 marzo 1927. Ottenuta la maturità scientifica e nella sessione successiva quella classica, a 17 anni si iscrisse all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e sotto la guida dei suoi Maestri, il professor mons. Francesco Olgiati e il professor Balladore Pallieri, si laureò in filosofia e successivamente in giurisprudenza. Docente di Filosofia del diritto, poi professore ordinario in Dottrina dello stato all’Università di Trieste, mantenne per vari anni la presidenza della facoltà di Scienze politiche.
Nel burrascoso periodo della contestazione si trasferì a Milano su indicazione del ministero della pubblica istruzione, per porre le basi alla istituzione di una nuova facoltà di Scienze politiche presso l’Università statale. Fu un periodo molto difficile: costruire e insegnare in una facoltà universitaria in cui si manifestavano chiaramente i germi di posizioni politiche rivoluzionarie e violente che egli non poteva condividere, per formazione e per cultura. Per la linearità dei suoi comportamenti subì gravi minacce e umiliazioni, ma fu coraggioso e intransigente nella difesa dei principi di libertà dell’insegnamento e di condanna della violenza. Successivamente si trasferì all’Università di Genova, ove diede il meglio di sé come accademico, come studioso e come cattolico.
Vasta la sua produzione scientifica e dottrinaria nel campo filosofico, giuridico, economico e sociale. Ne fanno testimonianza le teorie esposte nei volumi: La sfida del duemila; La democrazia partecipativa e il rinnovamento delle istituzioni; La partecipazione popolare al potere; La sovranità della famiglia e lo stato delle autonomie. In essi vengono tenute come riferimento la società e le istituzioni, ma al centro sta la famiglia, quale cardine promotore del benessere sociale. Concetti che forse ad alcuno sarebbero potuti apparire non attuali, ma furono sicuramente profetici. Per la sua nuova concezione sulla partecipazione dei cittadini al potere, ebbe stretti rapporti con le autorità accademiche e politiche dell’America Latina, ove alcuni Atenei gli conferirono la laurea “ honoris causa” in Scienze sociali.
Per la sua cultura giuridica fu nominato dal Parlamento italiano membro del Consiglio Superiore della Magistratura. Dal 1994 fino alla data della sua morte, il 1° novembre del 2003, fu membro dell’Accademia Pontificia delle Scienze sociali ove ispirò i suoi interventi nell’approfondimento dei concetti e dei valori contenuti nei documenti relativi alla dottrina sociale della Chiesa.
Uomo di profonda formazione religiosa è stato autore del libro Il Vangelo di mia mamma, che ebbe vasta eco e diffusione in Italia e fu tradotto in tutte le lingue dell’Occidente. Uniformò sempre il suo stile di vita alla coerenza dei suoi principi verso se stesso, la scuola, la politica, la società.
Alfonso Zampetti